L’itinerario pittorico di Melchiorre Napolitano si afferma attraverso una capacità rievocativa che sottolinea composizioni in cui all’assunto informale si unisce una poetica rivisitazione della natura. Nelle sue opere appare evidente il clima di un dipingere essenziale, misurato, permeato da un fascino antico come un ricordo o un cielo percorso da bianche nuvole.
E da queste nuvole emerge il senso di una esemplare narrazione, di un evento significante e significativo, di una memoria del tempo che si stempera nello spazio allusivo del quadro.
Questo perché l’artista opera all’insegna di una rinnovata fiducia nei mezzi tecnico-espressivi, di una realtà reintepretata; riscritta, convertita in colori e grumi di materia. In Napolitano l’indagine astratta ha il sapore di una elaborazione raffinata, suggerita dalla qualità del colore.
Un colore intessuto di luci, di immagini immateriali, di parvenze figurali che nulla hanno di effettivamente naturalistico, ma che appaiono, invece quali lembi di una struttura che rivela inesplorate aree d’intervento, mappe, luoghi, visti con un fare quanto mai misurato, controllato, calibrato. I suoi quadri vivono di una particolare luminosità, di accensioni cromatiche, di una materia che, a tratti, sembra rifarsi a un agglomerato lavico, a un magma ancora in movimento. In tale dimensione recupera il clima di un’elaborazione estremamente preziosa, intessuta di una luminosità che permea una rappresentazione che si stempera nella magia di albe solitarie e di tramonti inondati di un sole rosseggiante. Pittura e raccolta narrazione, fantasia generante e mistero di lontani ricordi, caratterizzano il suo discorso, I’onda delle emozioni, la forza di un «dire», mai sconfitto o lacerato dall’umano dolore, ma funzione di una personale scelta esistenziale.

Melchiorre Napolitano consegna alle “pagine”, del suo diario pittorico le segrete sospensioni di un incontro, il fluttuare dei pensieri, le visioni di un mondo che sembra emergere dall’atmosfera, da un sogno o ancora dall’onirico fluire di immagini che hanno l’evanescenza di una nuvola, senza approdare a un’espressione convulsa o tormentata, perché il tutto è risolto secondo una chiave di serenità, di taciuto candore. Talora, il mistero di queste “tavole” ci porta a mondi sconosciuti e arcani, a isole e arcipelaghi e promontori che si protendono su metaforiche distese d’acqua, che hanno il fascino sottile del rapporto fra una striscia di terra e l’orizzonte, fra profili collinari e cieli incontaminati. Nell’esperienza di Napolitano, quindi l’emulsione del colore concorre in misura decisiva alla formulazione di questo suo dialogo con segrete interiorità, con l’illusione di una luce che «taglia» un frammento della realtà per fissarne i contorni, le arborescenze, gli effluvi.
Questo perché non vi è altro mezzo che la pittura per giungere alla piena identificazione fra l’artista e la natura (o almeno una parte di essa), fra queste isole pervase da una antica felicità e bellezza e l’anonimo inciderne di giorni sempre uguali e sempre ugualmente assurdi, inutili, consueti.

Dipingere diviene alternativa alle consuetudini, ai sogni non concessi, allo straordinario scandire delle ore nel silenzio. Certo è che l’artista appare inserito in un ambito in cui l’evoluzione dell’immagine, da verista a pura astrazione, offre la chiave di lettura di una «scrittura» che nei piccoli formati raggiunge una maggiore scansione lirica.
Si avverte nei lavori di Napolitano il rinnovarsi, dall’interno, delle motivazioni che stanno alla base di una ricerca che ha trovato piena adesione in una serie di presenze espositive.
In questi riferimenti si avverte come l’artista sia profondamente legato a una propria interpretazione delle umane sensazioni, resa più evidente in quella freschezza d’insieme, in quel «gioco» di pieni e di vuoti, in quel distendersi di una materia inconsistente, ma suscettibile di sempre nuovi risvolti come se il magma in movimento trovasse, di volta in volta, anse e rocce e fenditure dove introdursi, espandersi, condensarsi.
Ed è proprio la forza generante della materia che definisce la pittura di Napolitano e quel ricostruire le immagini di un nuovo universo. Vi approderanno le nostre speranze, le attese di un profilo dolcissimo emergente come una nota musicale nel silenzio.